Parafrasando Alessandro Dumas padre “in un paese come l’Italia, dove la cattiva organizzazione della società mantiene in basso chi è nato in basso, possedere uno spirito elevato per chi ha la nascita oscura è una maledizione. Si comincia con lo sperare e si finisce col maledire. Allora chi si trova in quelle condizioni si ribella e cerca di ristabilire con le armi l’equilibrio divino falsato dalle istituzioni umane”. In una società classista e priva di ascensori sociali gli individui che non si rassegnano a sopportare le loro condizioni di miseria e non sono disposti a subire i diktat degli imbecilli hanno tre possibilità: unirsi agli oppressori, delinquere o andarsene. Cosa nostra diventa, così, uno strumento di promozione sociale per i giovani intraprendenti provenienti da famiglie povere. La mafia diventa, quindi, uno stato nello stato che ha le sue istituzioni, le sue gerarchie interne, un codice di comportamento ed organi per farlo rispettare e sanzionare i trasgressori e con una selezione del personale impietosamente meritocratica. La selezione clientelare, invece, favorisce il parassitismo di una classe dirigente che si autoriproduce senza “l’afflusso degli elementi migliori di tutte le classi e di tutte le categorie”, senza sostituire l’intelligenza alla nascita e senza trasfusioni di capacità dal basso verso l’alto. Il Paese, quindi, é nelle mani di una classe dirigente paracadutata che governa per capacità compromissorie. La selezione clientelare favorisce i comportamenti collusivi riduce la trasparenza. ed impedisce l’emergere di leaders. La scarsa trasparenza agevola il malcostume, trasforma ogni diritto in favore ed innesca i comportamenti mafiosi. Ecco l`origine della criminalità che si organizza ed usa la violenza, la controlla, la finalizza e la inserisce in una strategia diventando mafia. Non si contrappone allo stato ma lo infiltra alleandosi con chi lo rappresenta per spartirsi le risorse pubbliche e assicurarsi l’impunità. Rispondendo ad una domanda di Giorgio Bocca, il Generale Dalla Chiesa affermava “gran parte delle protezioni mafiose non sono altro che gli elementari diritti dei cittadini. Assicurandoglieli, togliamo potere alla Mafia e facciamo dei suoi dipendenti i nostri alleati”. Aveva capito che dove lo Stato riscuote la fiducia dei cittadini la mafia non esiste. I mafiosi non sono dei rivoluzionari ma vivono e operano all’interno delle istituzioni e si sostituiscono ad esse nell`offrire ai cittadini quei servizi che lo Stato nonriesce ad erogare. La sua forza consiste nel relazionarsi contemporaneamente con la classe politica economica e istituzionale che sta in alto e con il mondo degli esclusi che stanno in basso: é protetti dagli eletti nella misura in cui garantisce loro il consenso degli esclusi, che stanno in fondo alla gerarchia. Si può eliminare il fenomeno solo cambiando la struttura del potere e l’assetto sociale ma chi ha il potere non ha interesse a farlo. Anzi. Enfatizza e condanna, complice una stampa compiacente, l`efferatezza dei ed i reati che impattano l`opinione pubblica minimizzando quelli economici che producono effetti devastanti per la societá. Molti, quindi, ritengono che la mafia sia debellata mentre é solo silente, si è inbissata ed evita le azioni clamorose che non fanno certo bene ai suoi affari: un cane che ha l`osso in bocca é impegnato a spolparlo e non abbaia. E l`osso è il progetto del Ponte sullo Stretto con la montagna di soldi che l`accompagna. Il Ponte, senza le infrastrutture e le strade d`accesso per arrivarci, è solo uno strumento di propaganda politica ed una distribuione di risorse pubbliche in cui ognuno degli attori spera di trarre un guadagno. Infatti, il meccanismo di distribuzione de soldi funziona in modo analogo agli aiuti attribuiti ai Paesi in via di sviluppo (tale il mezzogiorno): una grande impresa suggerisce un progetto, lo Stato lo finanzia, l`impresa si aggiudica l`appalto e, detratta una cospicua intermediazione, affida l`esecuzione in subappalto ad imprese locali. La mafia, quindi, pilota gli appalti verso una grande impresa contigua e con la quale ha stretto accordi in precedenza che lucra la differenza senza svolgere alcuna attività oltre a quella di fare da paravento e, in cambio della protezione, offre i subappalti dei lavori e delle forniture. Cosí lo Stato, invece di combattere la mafia compra la tranquillita sociale e tutti sono contenti.
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