Con oltre 5 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà e con il più alto tasso di disoccupazione giovanile d’Europa, il Governo italiano si occupa e si preoccupa dell’impalcatura istituzionale cioè di come distribuire la gestione del potere e di come neutralizzare l’opposizione. Ma a che serve il sistema di Governo se non c’è niente da governare ? In un Paese, fondato sul conflitto d’interesse, in cui non esiste il mercato, la concorrenza è soffocata da partecipazioni incrociate ed i gruppi organizzati spadroneggiano l’unica funzione del governo è quella di vegliare un cadavere. Forse, per garantire la governabilità sarebbe sufficiente introdurre al Senato il premio di maggioranza come alla Camera trasformando una maggioranza relativa in maggioranza assoluta. Le aziende chiudono, la sottrazione dell’economia al controllo statale, rendendo inattaccabile la rendita finanziaria e agevolando la delocalizzazione degli impianti, costringe gli enti locali a far ricadere costi sempre più elevati su un numero, sempre più ridotto, di soggetti, l’Europa sollecita interventi urgenti sull’economia ma il Parlamento, con la compiacente connivenza della stampa, dirotta l’attenzione sul Senato. Non è il bicameralismo a bloccare il Paese, come ha dimostrato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dopo soli 16 giorni dal referendum, che aboliva il finanziamento pubblico dei partiti, della legge che introduceva il rimborso elettorale. La revisione costituzionale e la legge elettorale non sono nell’interesse del Paese ma in quello dei partiti che non affrontano le riforme del fisco e dell’amministrazione perché sono le aree in cui più feroce è la lotta dei partiti per la spartizione della refurtiva. Quello che impedisce la crescita dell’economia non è la frammentazione ma la volontà dei politici di mettere le mani su tutto quello che produce denaro e clientele per trasformarlo in strumento di acquisizione del consenso. Nella riforma del mercato si scontrano gli interessi dei gruppi di potere e rischiano di saltare le alleanze e le complicità su cui si regge il fragile equilibrio del Paese. In mancanza di politici capaci di spezzare il compromesso democristiano i cittadini,tra la paura di rappresaglie e la speranza di salire sul carro, osservano la mediocre teatralizzazione della farsa politica.
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