A che ed a chi serve lo Stato ?

Così come congegnato solo a quelli che ci campano sopra.  La tanto condannata evasione fiscale sottrae risorse al circuito vizioso della politica per immetterle in quello virtuoso dell’economia. Forse è tanto vituperata perché impedisce ai politici di mettere le mani sul 100 per cento del Pil.  Secondo un’indagine della CGIA di Mestre un cittadino italiano deve sacrificare il ricavato di 161 giorni lavorativi, cioè più di un terzo dell’anno, per ottemperare alle imposizioni fiscali. Dei residui 204 giorni, 145 sono rappresentati da festività (11 feste nazionali, 104 tra sabati e domeniche e 30 di ferie). Quindi, al mantenimento della famiglia, al pagamento dell’affitto, delle utenze ed alle spese per la scuola dei figli ed all’acquisto dei beni di prima necessità il lavoratore dedica il ricavato di soli 59 giorni lavorativi. Se il contribuente è fortunato ! Se, invece, ogni giorno trascorre qualche ora imbottigliato nel traffico ed è costretto ad inseguire cartelle pazze, multe inesistenti e certificati inutili, allora è costretto a prendere qualche giorno in prestito dall’anno successivo. L’essenza dell’organizzazione statale consiste nel garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini. I quali sempre più spesso pensano che lo Stato serva solo a mantenere chi è deputato a rappresentarlo. E non hanno torto ! Il diritto di proprietà, oltreché da un interesse pubblico troppo discrezionalmente definito, viene eroso dal mancato funzionamento della giustizia, la libertà d’impresa è sistematicamente ostacolata dall’inefficienza dell’amministrazione pubblica. La sicurezza è un campo in cui è superfluo addentrarsi se il Governo appalta il controllo del territorio a gruppi di volontari che fanno la ronda setacciando le zone più a rischio. Quindi, il lavoratore ha più motivi di rammaricarsi del disoccupato che, almeno, non spreca le sue energie per alimentare la corruzione.   Forse, invece di riformare le singole ed eccessive funzioni che assomma in sé, sarebbe il momento di ripensare lo Stato, rimodellandone in toto l’impalcatura

Questa voce è stata pubblicata in IlCappio. Contrassegna il permalink.