L’ordine forense metafora del sistema

 

La professione forense costituisce la metafora ideale per leggere le strutturali inefficienze del Paese e percepire i meccanismi che consentono la difesa delle “specificità” in un mondo in cui ogni attività acquisisce valore se, e nella misura in cui, contribuisce alla crescita complessiva del sistema. Attraverso l’ordine forense si comprendono le ragioni della crisi del Paese ed i motivi che lo condannano all’immobilismo. L’innesto della cultura collettivistica marxista nell’impianto corporativo fascista, ha partorito una concezione “organicistica” della società ed un modello sociale di sviluppo che condanna tutti ad un’appartenenza. Il cittadino, “privo di appartenenza”, non ha alcun potere contrattuale ed è costretto a cercarsi un “padrino” se non vuole restare escluso per sempre. Queste gabbie associative, entro le quali la volontà del singolo si annacqua e si disperde, imprigionano l’individuo con il sostegno delle leggi e dei poteri pubblici mentre lo  Stato ha progressivamente sostituito l’accordo con le categorie (partiti, sindacati…) all’interesse generale senza rendersi conto che, quando la legittimazione a governare scaturisce dall’assenso delle categorie e non dal consenso elettorale, concertazione e corporativismo coincidono. Colpire, quindi, una sola categoria sarebbe inutile, oltre che ingiusto ma solo un Governo non condannato a perseguire il consenso, può affrontare una operazione così profonda e dolorosa. Il Governo Monti, quindi, supportato dall’Europa e mal sopportato dai partiti, si è assunto l’ingrato compito di cambiare l’assetto corporativo del Paese determinando il prevalere degli interessi pubblici generali sull’appartenenza e sugli interessi della categoria ed a fissare i limiti dell’interferenza politica nell’economia. L’esecutivo, invece di presentare, all’atto dell’insediamento, un pacchetto completo di norme sul quale chiedere il voto di fiducia, spezzando con un unico intervento decisorio il modello consociativo, procede con cautela modificando talvolta gli obiettivi originariamente stabiliti. In tal modo c’è il concreto rischio che le corporazioni si riorganizzino e che le modifiche faticosamente conquistate vengano cancellate dai partiti sempre pronti trasformare i principi in merce da scambiare nel mercato elettorale

 

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