E Se Grillo avesse ragione ?

Al riparo dell’autorevolezza di Monti i partiti, trasversalmente d’accordo e con la sola opposizione della pattuglia radicale, lottano contro il tempo per far passare la riforma della professione forense alla faccia della normativa comunitaria, degli accordi internazionali e dell’interesse dei cittadini, trattati da idioti e sacrificati sull’altare del consenso elettorale. Anche “la gioiosa macchina da guerra” si è arresa ed il leader che ha legato il suo nome alle “lenzuolate” è andato a Canossa.

Così, nonostante la posizione contraria del Governo un Ddl, dettato dall’avvocatura, in meno di 4 mesi ha superato l’esame delle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento (in uno i membri d’accordo non hanno presentato emendamenti e nell’altro li hanno respinti in blocco) e della Camera, così il testo blindato approderà il 19 dicembre all’Aula del Senato  per l’approvazione definitiva. Di fronte ai tanti e gravi problemi che attanagliano la vita del Paese e con un Governo in procinto di dare le dimissioni, la riforma forense ha assunto una priorità non per l’oggettiva urgenza ma per il numero degli elettori che la categoria fa credere di essere in grado di portare al seggio. E non si tratta neppure di numeri reali vista l’obbligatorietà dell’iscrizione. In corteo il 23 ottobre u.s. con striscioni e fischietti dietroAggiungi un appuntamento per oggi una bara di cartone in cui, simbolicamente, c’era il cadavere della giustizia, sfilavano, un’esigua minoranza di avvocati, pari allo 0,25% degli iscritti, nel “superiore interesse dei cittadini” i quali, invece, sono spesso costretti a difendersi dal proprio difensore, e che hanno appreso dal telegiornale, di avere nell’avvocato il disinteressato difensore dei loro diritti.

Anche il titolo del Congresso forense di Bari pone “il cittadino prima di tutto” ma in quanto cliente che, pagando la parcella, consente all’avvocato di sopravvivere. Questo cittadino dietro il quale i professionisti si nascondono, sulla cui asimmetria molti campano e del quale nessuno si preoccupa, neppure le associazioni dei consumatori che sarebbero deputate a farlo, ha ormai capito di essere il prezzo pagato dalla politica alle categorie per ottenere l’aggregazione preventiva del consenso. Il perseguimento del quale supera ogni limite anche quello della decenza.

Questa classe politica funge da cinghia di trasmissione degli interessi organizzati, asseconda servilmente un’avvocatura che ha scelto di suicidarsi, orienta le scelte con la bussola elettorale e si compatta ogni qual volta vengono messe in discussione le proprie prerogative.

E se Grillo avesse ragione ? Coglie i frutti dall’albero, forse acerbi ma certamente meno contaminati e, anche per questo, conquista il consenso degli asimmetrici

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