Il progresso tecnologico ha ridisegnato le modalità di esecuzione dei vecchi lavori tradizionali. La sempre maggiore presenza dell’elettronica nelle moderne autovetture costringe il vecchio meccanico ha cambiare il suo modus operandi sostituendo gradualmente cric e chiavi inglesi con computers e tecnologie informatiche. Il Parlamento italiano, quindi, è prontamente intervenuto per ribattezzare il vecchio mestiere di autoriparatore con un nome nuovo e più adatto ai tempi: nasce il meccatronico. Una definizione, non partorita dalla creatività parlamentare ma dalla fusione di meccanico ed elettronico, che comprende e mette in un unico contenitore i meccanici e gli elettrauto. Infatti, con una modifica alla legge 192/1992 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 2013 il Legislatore ha introdotto la nuova definizione legale dei due vecchi mestieri approfittandone per ridisegnarne l’attività, accentuare i poteri della categoria e incrementarne le opportunità di business e la lotta agli esclusi sprezzantemente chiamati abusivi. I vecchi meccanici ripareranno le auto attraverso lo schermo del computer e nel recinto della categoria protetta dallo Stato. Il quale, di concerto con le singole Regioni, organizzerà corsi di aggiornamento in modo che i vecchi possano abilitare i nuovi e gestire il business della formazione attraverso la quale deve passare chiunque voglia intraprendere la corrispondente attività. Mentre la tecnologia avanza rapidamente la legge fissa un periodo transitorio quinquennale allo scadere del quale la legge stessa non varrà neppure la carta su cui è scritta. Ma il nostro legislatore, pagato a cottimo, sforna leggi prescindendo dal fattore tempo, introduce solo innovazioni lessicali e consolida il modello sociale fondato su categorie gerarchicamente organizzate. In tal modo sclerotizza il mercato, ostacola la nascita di nuove iniziative imprenditoriali, alimenta la corruzione ma si assicura la canalizzazione del consenso. In questo tumultuoso evolversi dell’economia, nel mondo di Uber e della consulenza legale online in Italia esiste una sola certezza. L’italiano è stupido, asimmetrico ed incapace per cui lo Stato ne affida la tutela alle categorie i cui iscritti mentre lo tutelano ci campano sopra.
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