La politica sempre più “ricattata” dalle categorie

Qualche giorno fa il governatore della Lombardia annunciava trionfalmente l’accordo raggiunto con l’ordine regionale dei farmacisti  per trasformare le farmacie in presidi sanitari. Sempre, nell’interesse dei cittadini che, ingrati, non hanno neppure manifestato segni di giubilo e di gratitudine. Si accentua, così, il potere di una corporazione alla quale nessun governo è riuscito a sottrarre la pianta organica e l’ereditarietà della licenza. La politica, invece, di servirsi delle corporazioni ne viene sempre più pesantemente condizionata.   Quando la legge Bersani aprì la vendita dei farmaci non soggetti a prescrizione medica, l’ordine dei farmacisti non si oppose con troppa convinzione perché dal governo sapeva di poter ottenere un’esclusiva molto più lucrosa di quella cui ha dovuto rinunciare: l’ingresso nella sanità pubblica. Infatti, il 30 marzo 2007 il Ministero della Salute licenziava un Disegno di legge su «Interventi per la qualità e la sicurezza del servizio sanitario nazionale». Era il risarcimento per “buona condotta” alle farmacie che, in virtù della legge 69/2009, diventavano presidi sanitari polifunzionali in cui si possono fare analisi a pagamento e interventi di primo soccorso. supermercati della salute su strada, senza alcun criterio fondato sulla competenza. In questo modo i farmacisti conquistano maggiore spazio sotto l’ombrello pubblico e ricoprono un ruolo strategico nel Servizio Sanitario nazionale e nel lucroso mercato della sanità. Lo scopo dichiarato sarebbe quello di garantire ai cittadini la copertura assistenziale 24 ore al giorno tutti i giorni della settimana. Così, i titolari di alcune farmacie stanno già creando una rete di defibrillatori a disposizione dei cittadini ai quali fornire anche servizi sanitari aggiuntivi (misurazione della pressione sanguigna, elettrocardiogrammi). Lentamente si sostituisce la vendita dei prodotti con la «collaborazione con le istituzioni territoriali». Le attività libere e senza rischi sono sempre state il sogno dei finti imprenditori. Ora lo Stato li aiuta a realizzarlo !

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