L’Italia è uno dei pochi paesi del mondo occidentale in cui il Parlamento può legiferare senza incontrare alcun limite: contro la Costituzione, contro i diritti fondamentali del cittadino, contro il parere dell’Antitrust e contro il buon senso, senza che vi sia alcun meccanismo in grado di paralizzarne l’azione. Infatti, alla faccia del divieto dell’Antitrust il ministro della salute ha annunciato trionfalmente l’imminente istituzione di nuovi albi e nuovi ordini in un Paese già profondamente corporativo che non ha certo bisogno di ulteriori imbracature. Sempre col pretesto ed in nome dell’interesse generale chi è insediato al vertice dello Stato, inquadra ogni attività in una corrispondente figura giuridica, le attribuisce il monopolio dell’area economica, e la pone sotto il controllo del ministero. Così, chiunque voglia esercitare una di queste attività deve passare attraverso un imbuto associativo ed il controllo politico. Il quale, in tal modo, può ricattarlo con l’arma legislativa: la legge usata più come clava che come strumento per regolare i rapporti civili. Così, i circa 600.00 esercenti professioni sanitarie, prima organizzati in collegi, ascendono al paradiso ordinistico, diventando organi sussidiari dello Stato mentre l’osteopata ed il chiropratico trovano anch’essi riparo sotto l’ombrello statale. I nuovi ordini riprodurranno una pluralità di rendite di posizione mentre la professionalità sarà garantita dall’iscrizione all’albo e non alle effettive capacità. L’ermafroditismo, comunque, non può sottrarre questi enti, che sono pubblici a tutti gli effetti, alla normativa sulla spending review. La quale è applicabile in virtù dell’obbligatorietà del contributo, il cui mancato versamento impedisce l’esercizio di un diritto (al lavoro) costituzionalmente garantito. Lo Stato non versa somme agli ordini ma, imponendo ai cittadini di farlo in sua vece, da alle somme una veste pubblica o, quanto meno li qualifica come “aiuti di Stato”. Intanto la politica è impegnata a rassicurare gli italiani, somministrando massicce dosi di tranquillanti. E l’Italia che va … verso il medioevo.
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