Draghi (stra) parla di concorrenza ! Riuscirà almeno a cancellare la pianta organica delle farmacie ed il monopolio delle edicole nella vendita dei giornali ?

Giuliano Amato, Presidente dell’Antitrust, in un’intervista alla Stampa del 20 novembre 1997 “gli ordini sono un’eredità del Medioevo”. “Perché ci si continua ad occupare solo della rigidità del mercato del lavoro? Se siamo davvero riformisti, vogliamo occuparci finalmente del dirigismo che ingessa le attività economiche?…… la famosa rigidità europea, dipende innanzitutto dalla mancata liberalizzazione dei nostri mercati. La Francia vive da più di due secoli nel mito protezionista di Colbert. L’ossatura della Germania resta bismarkiana. Ed oggi la sinistra italiana si fa scudo delle tradizioni dirigiste francesi e tedesche solo per dare dignità progressista alla difesa delle corporazioni esistenti, alla tutela dei ceti medi ……

Per diventare davvero riformisti bisogna trovare il coraggio di smuovere molti assetti di potere e molte rendite cristallizzate”. Ministro del Tesoro sul Sole24Ore del 10 luglio 1999 ha invitato “le Commissioni bilancio di Camera e Senato a non opporsi alla cancellazione degli ordini inutili .. e ad eliminare “quelli per i quali non esistono reali esigenze di tutela dei consumatori”. Ministro del Tesoro, al Sole24Ore del 9 luglio 1999, ribadisce l’obiettivo del Governo di eliminare le rendite di monopolio nelle professioni “Bisogna distinguere e scegliere tra i voti ignoti di chi cerca un lavoro e non lo trova a causa di logiche corporative di ordini e albi e i voti di chi, con una faccia nota, si presenta in forma di delegazione per raccontare che cadrà il mondo se un ordine professionale inutile viene cancellato … La difesa dello status quo perpetua l’esclusione di quanti non fanno parte del recinto: la scelta di rompere i privilegi è rimessa alla politica …. i professionisti in Italia stanno ancora con la candela e non si sono accorti che c’è l’energia nucleare”. Bisogna eliminare quei vincoli amministrativi che limitano la concorrenza e garantiscono rendite di monopolio a molte professioni liberali. Amato ha, anche, aggredito il ricatto elettorale lanciato dai professionisti di fronte al nuovo strappo del Governo sulla riforma degli ordini. Fare la riforma organica concertandola con gli Ordini significa fare una controriforma. Da Ministro del Tesoro al Corriere della Sera del 29 luglio 1999 “un giovane fatica ad entrare nel mercato del lavoro con un’organizzazione degli ordini siffatta. Vi sono attività per cui non vi è ragione che esista un ordine ed altre che necessitano dell’esclusività come quella medica e quella forense”. Da Ministro dell’Industria, nell’incontro con gli Ordini professionali svoltosi a Palazzo Chigi il 16 novembre 1999, dichiarava “I professionisti vogliono ripristinare le tariffe, quando in Europa non esistono”. Da Presidente del Consiglio nelle dichiarazioni programmatiche del 27 aprile 2000 alla Camera “toccherà al Governo chiudere la vicenda degli Ordini professionali … e arrivare ad una legge equilibrata, ma tale da rimuovere le strozzature non compatibili con l’ordinamento comunitario e con il fatto che chiusure autarchiche del nostro mercato delle professioni sono in ogni caso escluse dalla libertà di stabilimento che chiunque ha in qualsiasi Paese europeo”. Da Presidente del Consiglio il 28 aprile 2000 “occorre in primo luogo rimuovere il freno a mano costituito dalle strozzature burocratiche e amministrative che bloccano la crescita e ostacolano la competitività delle imprese”. Da Presidente del Consiglio, sul Sole24Ore del 30 aprile 2000 invita gli avvocati “a non arroccarsi ma a cavalcare l’innovazione e la flessibilità” Giuliano Amato, Presidente del Consiglio, il 3 Maggio 2000 nella replica al Senato “Far crescere la dimensione delle imprese, aumentare la concorrenza, aumentare la concorrenzialità dei mercati. Questo vale anche per gli ordini professionali. Quando qualcuno, che dovrebbe essere liberista di impostazione, vuole difendere un interesse costituito, chiama paraliberista la misura che tocca quell’interesse costituito. Ma qui c’è un principio essenziale, che è il principio della concorrenza, al quale nessuno si può sottrarre se svolge un’attività economica, pur nel rispetto delle peculiarità di alcune attività. Uno può costituire tutti gli argini e tutti i ponti levatoi che vuole, ma il diritto di stabilimento che viene dal diritto comunitario non si può fermare”. Da Presidente del Consiglio, al Sole24Ore del 9 maggio 2000 “Mi guardo bene dal proporre l’abolizione degli Ordini professionali. Da anni chiedo una maggiore apertura degli accessi alla concorrenza, tariffe non vincolate da minimi obbligatori, possibilità di pubblicità, perché non è vero che la pubblicità favorisce i grandi, ma favorisce i giovani che non hanno ancora avuto modo di affermarsi, rispetto ai grandi studi”. Nel corso del question time alla Camera il 28 giugno 2000 ha distinto il problema dell’affidabilità del professionista nei confronti del cliente dall’esistenza di un ordine, dicendo “la garanzia dei cittadini non è l’albo ma l’esistenza di una normativa che stabilisca una piattaforma comune di qualificazione irrinunciabile. La creazione di un albo che si traduce in un’esclusiva a beneficio di coloro che sono iscritti, è contraria agli orientamenti generali che la nostra legislazione sta assumendo …………… non significa fare spazio agli incompetenti ma vanno precisate le funzioni svolgibili solo da coloro che hanno frequentato un determinato corso di laurea o di specializzazione”. Da Presidente del Consiglio al Sole24Ore del 29 giugno 2000 “la tutela degli utenti passa attraverso la definizione della preparazione necessaria e degli standard qualitativi per svolgere una determinata professione e non coincide con l’istituzione di un Albo che è funzionale a rendere esclusiva l’attività. Se lo Stato riconosce che debbono esserci tot notai, ebbene quel tot ha da essere non un numero chiuso, bensì il numero minimo, perché lo Stato deve garantire comunque che almeno quei notai in quel numero siano a disposizione dei cittadini; e quelli che fossero in più, sarebbero tutti utili”. Al Sole24Ore dell’11 settembre 2000 “fino a quando gli ordini continueranno a fissare tariffe minime, non ci sarà mai concorrenza. Occorre allora che si inverta il criterio e gli ordini stabiliscano tariffe massime”. Riuscirà Draghi ad abolire la pianta organica di notai e farmacie ed a togliere alle edicole il monopolio della vendita dei giornali ?

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