L’Avvocato…..Libero Professionista o Strumento Statale

L’avvocatura, per valorizzare le sue enormi potenzialità, deve aprirsi al mondo esterno, accettare le regole del mercato e invertire la rotta smettendo di rivendicare un ruolo che la Costituzione non le attribuisce. E’ la politica che, avendo bisogno dell’aggregazione preventiva delle opinioni, concede il monopolio della rappresentanza di intere aree economiche ai rispettivi ordini, tenendoli sotto controllo con l’arma legislativa. Così l’avvocatura è diventata uno strumento statale cui lo Stato attribuisce il diritto di saccheggio ai danni dei cittadini e delle imprese e al quale, invece di distribuire risorse pubbliche (ecco perché talvolta si afferma che l’ordine non costa nulla) affida un certo numero di cittadini perché ci campi o impone per legge adempimenti utili solo a giustificare una parcella. Così, ad esempio, mentre è imposta per legge la presenza di un avvocato avanti il Giudice di Pace e in giudizi di modesto valore, non è necessario alcun titolo di studio o l’iscrizione ad un albo per patrocinare avanti organismi giurisdizionali internazionali come il Tribunale Penale Internazionale de L’Aia. Da questo collateralismo nasce la sfiducia dei cittadini verso la categoria all’interno della quale sono rari gli avvocati «in odore di santità» mentre spesso si intravede la mano del «suggeritore» dietro ogni grande disastro economico e dietro reati (truffa, false comunicazioni sociali, etc) non facilmente realizzabili senza l’apporto di un professionista.

Oggi, per uscire dal vicolo cieco, è indispensabile rompere il modello consociativo risolvendo la questione di fondo: se gli ordini debbano essere espressione dell’autonomia della società civile dal potere politico svincolata da rapporti con il governo, o uno strumento speciale dell’esecutivo posto, sotto la tutela dello Stato. Una scelta chiara è l’unica terapia in grado di rilanciare gli ordini in generale e quello forense in particolare. L’incremento del numero di notai e farmacisti o la concessione di qualche privativa in più, lenisce il dolore ma non estirpa la radice, non rompe il meccanismo che consente il baratto consenso/esclusive e le periodiche contrattazioni. Ma un esecutivo non elettoralmente ricattabile ha messo in crisi una categoria che si è sclerotizzata puntando sui numeri senza riuscire, in settant’anni a partorire una sola idea innovativa. Benvenuto, dunque, al vento che libera il grano dalle locuste ma e necessario anche chiudere le finestre e sbarrare le porte per impedirne il ritorno.

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