Il neopresidente del Consiglio è il prodotto del sistema dal quale ha ricavato onori e benefici e nel quale ha imparato a camminare sotto i cornicioni per essere pronto ad entrare in un portone al primo accenno di temporale. Galleggia quindi, come tutti gli altri parlamentari, su una piattaforma corporativa e su assetti di potere consolidati molto difficili da rimuovere e sa benissimo che se tentasse di scalfirli si scontrerebbe con gli interessi sui quali ha costruito e fonda le sue fortune elettorali: taglierebbe, cioè, il ramo sul quale è seduto. Allevato alla scuola democristiana, conosce benissimo l’arte del rinvio, della mediazione e dell’aggiustamento ma il radicalismo decisorio ed il coraggio delle scelte impopolari, che la situazione richiede, non è nel suo DNA. Invece di un esecutivo snello ha formato un governo ipertrofico ispirandosi rigidamente al “manuale Cencelli” mentre la gravità della situazione e il sostegno del Quirinale gli conferivano un potere che, temiamo, non sfrutti per non mettere in gioco la sua permanenza a Palazzo Chigi. Le vaghe pubbliche enunciazioni sulle cose che il Governo si propone di fare, senza alcuna indicazione sulle concrete modalità per perseguirle, ed i molti ministri che sembrano muoversi per garantire gli interessi preelettorali del partito di appartenenza danno la sensazione che gli interessi del Paese non siano in cima alle sue priorità. Con una compagnia così scompagnata l’Abbazia in Toscana non basta forse sarebbe più indicato un pellegrinaggio a Lourdes. Solo un miracolo, infatti, può fermare il declino calando dall’alto le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno. Nessuno che stia dentro il recinto metterà mai in discussione un sistema che gli garantisce l’inamovibilità. In questo senso va una proposta di legge che sembra fatta apposta per sbarrare la strada elettorale al Movimento 5 Stelle, reo di non volersi far coinvolgere dai vecchi gestori della cosa pubblica e di pretendere la disinfestazione della casa comune prima di entrarci. E non è una pretesa sbagliata ! La vecchia intelaiatura ed il modello di sviluppo non reggono più ma neppure il Governo Letta vuole prenderne atto e sembra voler insistere nel ricucire. Non si avvede che le riforme apparenti e le piccole farse corporative lasciano nei cittadini una profonda amarezza ed un senso di impotenza che sommate alle altre frustrazioni alimentano una rabbia che cova sotto la cenere.
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