Va il consenso sull’ali dorate

L’Alitalia, è un nuovo capitolo della commedia all’italiana con un copione ed una conclusione che gli spettatori ben conoscono. Politici e sindacalisti con il pretesto della salvaguardia dei posti di lavoro, al quale, talvolta, si aggiungono l’italianità e l’orgoglio nazionale, tengono in vita imprese in coma irreversibile per spremere il limone fino in fondo. Così, l’inevitabile  fallimento diventa più doloroso per i lavoratori e più oneroso per il Paese. I cd. piani industriali sono solo piani elettorali redatti da manager di fiducia dei leaders di turno per tenere il malato in vita artificialmente. Vi siete mai chiesti perché sia la politica e non i Tribunali a gestire i grandi dissesti ? la gestione dei contratti, gli incarichi e le consulenze sono un pascolo troppo prezioso per chi cerca voti. Il meccanismo, peraltro, è ormai collaudato. Il management dare una veste giuridica ed esegue decisioni prese altrove e con la testa nell’urna. Ci pensano i politici a trovare, per la compagnia, un marito ricco e disposto ad accettare l’interferenza politica. La ricerca non può che svolgersi nell’ambito della cerchia di imprenditori che devono ricambiare favori o sperano di riceverne o tra le società i cui vertici, di nomina politica, difficilmente possono sottrarsi alla richiesta. L’ultima speranza è la Cassa Depositi e Prestiti anche se questa non potrebbe investire in aziende in perdita: ma il legislatore è pronto. I soldi sono sempre pubblici si tratta di   erogarli con destrezza in modo che l’impatto sull’opinione pubblica sia molto morbido. La cessione è l’ultima ipotesi anche perché significa perdere un prezioso strumento di acquisizione del consenso. La politica, purtroppo, rimasta a corto di ideali, idee e proposte compra il consenso e per farlo mette le mani su tutto ciò che può produrre denaro e clientele (posti di lavoro, poltrone). È questa la radice del male italiano con cui chiunque si proponga di estirpare la corruzione deve fare i conti. Ma meglio ricorrere a finti medici e cure palliative. Meglio non rischiare la rielezione !

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