Il Consiglio di Stato con la decisione n. 4614 del 3 ottobre 2017 ha dichiarato la legittimità del bando di gara per la redazione del piano strutturale del Comune di Catanzaro e del relativo regolamento urbanistico per il compenso simbolico di un euro oltre al rimborso delle spese documentate. Come più volte affermato dall’Antitrust, la sentenza ha puntualizzato che non esiste alcun nesso tra il costo e la qualità delle prestazioni. Ma gli ordini, sia quelli direttamente interessati che quelli che temono l’effetto trascinamento, fanno prevalere l’interesse della categoria su quello della collettività, temendo gli sia scippata la gallina dalle uova d’oro. Gli ordini, infatti, sono corporazioni che difendono ingiustificabili posizioni di rendita, rifiutano la concorrenza ed il principio secondo il quale si possa accedere ad un bando gratuito farsi conoscere, per rafforzare la propria immagine sul mercato o per contribuire al benessere della collettività. Ma esistono già esempi di cittadini che, singolarmente o associandosi tra loro, prestano la propria opera a vantaggio della comunità. Già nel 2014, ad esempio, contro l’Associazione Dritti alla Meta che offriva un tour gratuito della cinta muraria medicea di Grosseto guidato da volontari sono insorte le guide turistiche lamentando la concorrenza sleale e l’esercizio abusivo della professione. perché “scippano il lavoro a chi lo svolge facendosi pagare”. Le associazioni di volontariato, che offrono gratuitamente servizi sui quali altri operatori campano sono benemerite o condannabili ?. La concorrenza, spesso tirata in ballo a sproposito, esiste solo e nella misura in cui porta vantaggi e benefici ai consumatori. Gli ordini chiedono un’ulteriore statalizzazione ed il ripristino delle tariffe ribattezzate col nome di equo compenso. Stare a cavallo tra pubblico e privato conviene solo ai politici che canalizzano il consenso secondo il detto mussoliniano “un pastore per ogni gregge”, ed ai vertici delle categorie, che entrano in quel mazzo dal quale si traggono cariche ed incarichi. Il rischio è che gli iscritti capiscano quali e quanti vantaggi avrebbero se venisse meno l’obbligatorietà dell’iscrizione all’albo e venisse meno il controllo statale.
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