Ma come possono i giornalisti difendere la democrazia se non son neppure in grado di liberarsi del loro ordine professionale che non ha nulla di democratico? Gli ordini, infatti, sono il più grosso ostacolo alla democrazia diretta. Questi reperti medievali, che la politica usa per canalizzare il consenso, servono ormai solo a distribuire poltrone e rimborsi a chi le occupa mentre le rispettive casse di previdenza continuano a fare discutibili investimenti. Secondo Luigi Einaudi “giornalisti sono coloro che hanno qualcosa da dire … Giudice della dignità o indegnità del giornalista non può essere il giornalista, neppure se eletto membro del Consiglio dell’Ordine”. Ma, anche se tutti continuano a definirsi liberali, l’insegnamento di Einaudi resta inascoltato anche se nell’Unione europea la professione giornalistica è liberamente esercitabile e gli editori sono liberi di assumere tenendo conto dell’effettiva capacità. L’Albo, posto sotto il tallone dell’esecutivo, impone, per lavorare, l’obbligo di munirsi di un “tesserino” che è l’equivalente della tessera del pane ed è utile solo a chi ha un tavolo su cui spenderlo. Infatti, l’addetto stampa delle amministrazioni deve essere affidato ad un iscritto all’albo anche se il suo compito si limita a riportare i comunicati del “capo”. In una società corporativa come quella italiana in cui tutto si mischia e si confonde ogni imprenditore che voglia sopravvivere è costretto ad investire nell’editoria non per trarne utili ma per disporre di uno strumento di pressione ed ottenere vantaggi in attività diverse da quelle editoriali. Così, ad esempio, il Cnf, nascondendosi dietro il paravento della fondazione per aggirare il divieto di investire in iniziative editoriali (ma le fondazioni non sono alimentate dai contributi degli iscritti?) ha investito in un’iniziativa editoriale senza che il Ministro della Giustizia o la Federazione della stampa sollevassero qualche dubbio sulla legittimità dell’operazione. Così il tesserino continua a proteggere i cani da riporto con il tacito consenso dei giornalisti veri!
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