E continuano a farsi i fatti loro …..

La classe politica che ci governa, superando ogni limite del ridicolo e della decenza, cerca di spacciare la rotazione nel godere degli stessi privilegi, come cambiamento epocale. In Italia la corruzione, come i quotidiani scandali ci ricordano, è pulviscolare e non si limita ai grandi affari ma arriva anche ai fiori nei cimiteri.  Ma chi è insediato al vertice cerca solo di restarci e, per farlo, non disinquina la palude in cui prospera la democrazia mafiosa che produce la corruzione ma droga il sistema prolungandone l’agonia. Così, negli incerti confini tra pubblico e privato, all’incrocio tra politica ed economia la cosa pubblica diventa cosa nostra. I Paesi anglosassoni, pur disponendo di università insensibili alle sirene politiche, hanno drasticamente ridotto la presenza pubblica nell’economia mentre nell’Europa continentale, tra pubblico e privato si interpone un apparato burocratico, che prescinde dai mutamenti politici, reclutato da Alte Scuole che garantiscono l’accesso alle alte cariche dello Stato ai più “capaci e meritevoli” provenienti dagli strati inferiori della società. In Italia, invece, tutto è nelle mani dello Stato, pubblico e privato si confondono e non esiste una schiera di fedeli servitori “rigorosamente selezionata che faccia da argine e sbarri la strada agli appetiti politici”. La burocrazia è pletorica perché assunta con criteri clientelari, è inefficiente perché non risponde alle istituzioni ma a chi gli ha dato un lavoro e può determinarne la carriera è, in larga misura, corrotta perché nessuno è più affidabile di chi è ricattabile. Ognuno è di qualcun altro e agisce nell’interesse del gruppo di appartenenza. Dopo l’annessione della burocrazia i cd “eletti” hanno comprato la fedeltà dei corpi intermedi imponendo per legge adempimenti utili solo a giustificare una parcella (In Italia la gestione del personale costa ad una PMI, 10 volte più che in Germania). Così, anche chi non deve corrispondere nulla al fisco, è tenuto a pagare il commercialista e non si può mettere piede in un cantiere o all’assessorato all’urbanistica senza essere accompagnati da un iscritto all’albo. A saldare l’impianto lo Stato interviene nella gestione delle risorse favorendo gli imprenditori “amici” ed escludendo i più capaci. in un meccanismo in cui ogni categoria “pesa” secondo il numero di elettori che è in grado di portare al seggio, tutti sono costretti ad aggregarsi e si sviluppano le tanto deprecate cordate. Ma, quando gli interessi organizzati prevalgono su quelli dei singoli non organizzati, ancorchè più numerosi, muoiono la democrazia e lo Stato di diritto. Il Paese, quindi, continua a viaggiare in una metropolitana sotterranea aspettando che qualche evento apra le vie d’uscita. Manzoni per dare un lieto fine al suo romanzo ha chiamato in causa la provvidenza….

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