Benvenuto Casalino !

Ci voleva la “bufera Casalino” per indurre il Governo a chiedersi «A cosa serve l’Ordine dei giornalisti” ed  a prendere in considerazione l’opportunità di abolirlo. Eppure un Movimento, che dice di mettere gli interessi della collettività al di sopra dei propri, avrebbe dovuto avere come priorità quella di abolire gli ordini professionali soprattutto se persegue, come dice di voler fare,

l’obiettivo della democrazia diretta. L’idea è nata, invece, dopo che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha avviato un’istruttoria contro Casalino, portavoce di Palazzo Chigi, per verificare se il contenuto delle sue dichiarazioni sui dirigenti del ministero dell’Economia  sia «compatibile» con gli articoli 2 e 11 della legge professionale n. 69 del 3 febbraio 1963. Secondo il post sul blog del Movimento l’ordine non si avrebbe mostrato la stessa solerzia “nei confronti dei giornalisti che hanno diffuso il suo audio privato andando contro la deontologia professionale e l’etica giornalistica».  Questi reperti archeologici, che servono solo a distribuire poltrone e rimborsi a chi le occupa, devono essere aboliti perché dannosi per la collettività, per i giovani e per gli stessi iscritti che non traggono alcun vantaggio dalla loro esistenza. Non vorremmo che il Movimento usasse, o desse la sensazione di usare, il potere legislativo come un corpo contundente per difendere, non l’interesse generale, ma quello degli appartenenti. La cancellazione degli ordini non può essere percepita come una minaccia per costringerli ad adeguarsi ed allinearsi alla linea del Movimento né una rappresaglia per l’assunzione di posizioni non gradite ma deve essere una scelta effettuata per la democrazia, la libertà di stampa ed il pluralismo dell’informazione: tre condizioni incompatibili con l’iscrizione obbligatoria fondata sul principio: un pastore per ogni gregge.

Questa voce è stata pubblicata in IlCappio. Contrassegna il permalink.